In sintesi
- 🎬 Un Professore 3
- 📺 Rai 1, ore 21:30
- 📚 Serie teen drama che intreccia filosofia, turbamenti adolescenziali e relazioni complesse nella 5ª B, affrontando temi come crescita personale, amore libero, crisi identitarie e dinamiche familiari non convenzionali.
Un Professore 3, Alessandro Gassmann, Claudia Pandolfi e la vibrante 5ª B tornano protagonisti del prime time di Rai 1 con gli episodi 7 e 8 della terza stagione, due capitoli che intrecciano filosofia, turbamenti adolescenziali e quel mix di romance e inquietudine che ha reso la serie una delle fiction più amate degli ultimi anni.
La serata del 11 dicembre 2025 si preannuncia intensa: un doppio episodio che porta la classe al cuore del percorso verso la maturità, mettendo alla prova equilibri già fragili e facendo emergere nuove consapevolezze. È uno di quei momenti in cui “Un professore” mostra chiaramente la sua identità culturale: un teen drama che usa la filosofia come lente morale e narrativa, avvicinando temi complessi al grande pubblico senza perdere leggerezza.
Un Professore 3: la gita a Montecassino e il caos emotivo della 5ª B
Nell’episodio 7, dedicato a San Benedetto e al celebre “ora et labora”, l’ambientazione di Montecassino funziona quasi come un contrappunto ironico: mentre il monastero evoca regola e disciplina, i ragazzi vivono una delle loro notti più caotiche. È proprio questo contrasto che dà forza alla puntata. La serie ha sempre giocato con la contraddizione fra chi predica l’equilibrio e chi, come la 5ª B, ci inciampa continuamente.
La scoperta di Simone sul lavoro di Thomas è un detonatore emotivo importante: non solo rompe un equilibrio affettivo, ma traccia una linea netta fra sopravvivenza e moralità, un tema che “Un professore” affronta da tre stagioni con sorprendente maturità. Intorno ai due, il coro si muove come in un’opera corale: Zeno si perde, Greta e Thomas si ubriacano, Laura–Luna–Matteo tentano una relazione libera che, già da qui, mostra crepe evidenti. E poi c’è Dante, che nel silenzio notturno trova un momento di vicinanza con Anita, riaccendendo una storia che il pubblico non ha mai davvero smesso di seguire.
- Simone alle prese con la verità su Thomas
- Il tentativo (fallace) di una relazione a tre tra Laura, Luna e Matteo
- Alba sempre più nei guai e Dante che peggiora la situazione
- Viola e la sorpresa fallita per Leone
A livello narrativo, è interessante notare come la serie continui a usare la struttura “lezione – caos” come dispositivo per far dialogare il mondo delle idee con quello degli affetti. È un’eredità del modello Merlí, ma la declinazione italiana la rende più melodrammatica e meno programmatica, più calorosa, più coinvolgente.
Un Professore 3 e Kollontaj: l’eros alato e le relazioni che crollano
L’episodio 8 affonda invece nel pensiero di Aleksandra Kollontaj, teorica dell’amore libero e non possessivo. E qui gli autori si divertono: prendono una teoria utopica e la mettono nelle mani fragili di adolescenti che faticano persino a gestire una chat di gruppo senza gelosie. Il risultato è un episodio corale in cui i legami si sfaldano, le verità emergono e i personaggi fanno i conti con un eros che di alato ha ben poco.
Greta vive l’ansia del giorno dopo; Simone attraversa una crisi identitaria che riecheggia le sue storyline più amate; Zeno sprofonda nella paura di tornare a scuola; Manuel capisce che rischia l’anno e prova a rialzarsi. Dante, come sempre, tenta di aiutare tutti e finisce per peggiorare le cose, soprattutto con Alba, altra figura simbolo delle zone d’ombra della serie.
È proprio questa complessità che dà a “Un professore” una forza riconoscibile: gli adulti sbagliano quanto i ragazzi, a volte di più. E la filosofia non arriva mai come risposta, ma come spunto, come strumento per leggere una realtà sfuggente. È un’idea narrativa più sofisticata di quanto sembri, e una delle ragioni per cui la serie ha costruito un seguito così affezionato.
In questi episodi si respira l’aria tipica della fase finale di una stagione: crisi, scelte difficili, rapporti che si spezzano. La terza stagione porta i ragazzi verso la maturità non solo scolastica ma esistenziale, e gli episodi 7 e 8 sono un vero punto di non ritorno.
Un Professore 3: perché la terza stagione sta lasciando il segno
La regia di Andrea Rebuzzi mantiene solida la formula costruita da D’Alatri e Casale nelle stagioni precedenti: ritmo serrato, fotografia naturale, attenzione ai silenzi e ai volti degli attori più giovani. Gassmann continua a interpretare Dante come un mentore imperfetto, vulnerabile, più vicino ai personaggi tormentati del cinema che a quelli patinati della fiction scolastica. È forse uno dei suoi ruoli più popolari in TV, nonostante le sfumature dolorose del passato del personaggio.
A livello culturale, la serie ha lasciato un segno preciso: ha portato in prima serata temi LGBTQ+, modelli familiari non tradizionali, discussioni su identità e fragilità emotiva senza mai abbandonare il linguaggio dell’intrattenimento. Questo la rende accessibile ma anche sorprendentemente progressista. Lo si vede bene proprio in questi due episodi, dove amore libero, ansia scolastica, dipendenze e legami irrisolti convivono senza mai scadere nella morale facile.
“Un professore” non pretende di essere un trattato filosofico travestito da fiction, ma usa la filosofia come cornice per raccontare un microcosmo realistico e affettuosamente imperfetto. Gli episodi di stasera lo dimostrano: sono intensi, densi di eventi e capaci di far affezionare ancora di più a questa classe che sta crescendo davanti allo schermo da tre stagioni.
Se amate le storie in cui emozione, riflessione e drammi adolescenziali si intrecciano senza pudore, la serata di Rai 1 è la vostra destinazione perfetta.
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