In sintesi
- 🎬 Lo squalo
- 📺 Iris HD, alle 21:15
- 🦈 Un thriller marino diretto da Steven Spielberg, considerato il primo grande blockbuster estivo, che racconta la lotta tra una piccola comunità e un gigantesco squalo bianco, diventato un classico senza tempo grazie alla suspense, al cast eccezionale e alla celebre colonna sonora.
Steven Spielberg, Lo squalo, Jaws e il talento di Roy Scheider tornano protagonisti questa sera in TV, e per gli appassionati di cinema è una di quelle serate che profumano di classico senza tempo. Sul canale Iris HD, alle 21:15, va in onda uno dei film più iconici e influenti della storia del cinema: il thriller marino del 1975 che ha cambiato per sempre il modo di concepire la suspense sul grande schermo.
Lo squalo di Steven Spielberg: perché rivederlo oggi è ancora un’esperienza potentissima
A quasi cinquant’anni dalla sua uscita, Lo squalo resta un’opera che vibra di tensione e ingegno. Spielberg, allora giovanissimo, trasformò problemi tecnici e limiti produttivi in puro linguaggio cinematografico: il famoso squalo meccanico “Bruce” funzionava così male che il regista fu costretto a mostrarlo pochissimo, e proprio questo diede vita a uno dei capolavori della paura “del non visto”.
La colonna sonora di John Williams, con quel tema fatto di due sole note, è diventata un simbolo mondiale e un trigger emotivo quasi pavloviano: parte la musica, sale l’ansia. E nonostante lo stile anni ’70 sia ben riconoscibile, la struttura narrativa, il ritmo e la costruzione dei personaggi sono modernissimi, tanto che “Lo squalo” è considerato a tutti gli effetti il primo vero blockbuster estivo della storia.
Può sembrare assurdo ai più giovani, cresciuti a pane e CGI, ma all’epoca costruire uno squalo meccanico di sei metri e metterlo in mare aperto era pura follia tecnica. Eppure, quel folle progetto ha lasciato un’eredità enorme, influenzando decenni di cinema e generando un intero sotto-genere: gli shark movies, quasi sempre imitazioni goffe e lontanissime dall’eleganza artigianale del film originale.
Il cast di Lo squalo e personaggi che non si dimenticano
Roy Scheider, Richard Dreyfuss e Robert Shaw formano un trio magnetico. Ognuno porta sullo schermo un archetipo diverso di mascolinità e fragilità: il poliziotto cittadino che teme l’acqua, lo scienziato spavaldo e brillante, il cacciatore di squali segnato dal trauma dell’USS Indianapolis. Il loro rapporto è un microcosmo perfetto di conflitti, ironia e rivalità. La scena del monologo di Quint è da manuale: cinema puro, nudo e crudo.
È affascinante rivedere oggi quanto questi personaggi risultino ancora attuali, soprattutto Brody, che lotta contro un sistema politico miope e più attento al profitto che alla sicurezza. La dinamica tra lui e il sindaco Vaughn sembra uscita da un dibattito contemporaneo sulle priorità delle amministrazioni locali: un film del 1975 che ti parla del 2025 senza sembrare invecchiato di un giorno.
E poi c’è Laurie Gary, capace di dare calore a un ruolo che molti avrebbero scritto come semplice contorno. La figura della moglie di Brody, spesso citata troppo poco, aggiunge quel tocco domestico che dà ulteriore spessore alla paura del protagonista.
- L’incipit con Chrissie trascinata sotto la superficie è ancora oggi una delle sequenze più imitate del cinema horror.
- La scelta di mostrare lo squalo solo dopo diversi minuti di film ha influenzato registi come Carpenter, Cameron e persino Nolan.
Rileggere queste scene con lo sguardo di oggi significa apprezzare non solo il ritmo, ma anche la scelta di Spielberg di giocare con l’immaginazione dello spettatore, quasi educandolo alla paura con un crescendo millimetrico.
Il fenomeno culturale di Jaws che non smette di mordere
“Lo squalo” non è solo un film: è un pezzo di cultura pop mondiale. Ha generato paura del mare, tormentoni, citazioni, sequel (spesso discutibili), memi, saggi accademici e persino un dibattito etico sul modo in cui il cinema influenza la percezione degli squali. Il fatto che un’opera del ’75 sia ancora oggetto di discussione e analisi nelle università dimostra la sua potenza narrativa e sociologica.
E questa sera, su Iris HD, rivederlo significa fare un tuffo nel cinema che ha scritto le regole mentre le stava reinventando. Significa ricordarsi che la tensione non nasce dalla tecnologia, ma dal talento. E significa rendersi conto che alcuni film non invecchiano: maturano.
Se hai voglia di una serata tra adrenalina, nostalgia e un po’ di nerdaggine cinematografica, “Lo squalo” è l’appuntamento imprescindibile. Chi ha detto che per provare brividi servono effetti speciali moderni? A volte bastano un regista visionario, un tema musicale di due note e la magia del grande cinema.
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