Quando apriamo il congelatore del supermercato e ci troviamo davanti ai bastoncini di pesce, l’immagine che ci viene proposta è rassicurante: un prodotto pratico, veloce da preparare e percepito come più sano rispetto ad altri piatti pronti. Il pesce è generalmente considerato un alimento benefico per il suo contenuto di proteine ad alto valore biologico e di grassi insaturi, ma questo non significa che ogni prodotto a base di pesce abbia lo stesso profilo nutrizionale. La realtà dietro le confezioni accattivanti è quella di un alimento trasformato, in cui il pesce è solo una parte del prodotto finito, e in cui panatura, oli e sale contribuiscono in modo significativo alle calorie totali e alla composizione nutrizionale.
Quanto pesce c’è davvero nei bastoncini
Sulle confezioni compaiono spesso immagini di filetti interi e richiami alla freschezza e alla naturalità, accompagnati da diciture come “ricco di proteine” o “fonte di omega-3”. In molti prodotti industriali, tuttavia, la percentuale effettiva di pesce si colloca tipicamente intorno al 50-65% del peso totale, mentre la quota restante è costituita da panatura e altri ingredienti tecnologici. Questa proporzione è coerente con quanto riportato nelle tabelle ingredienti e nutrizionali di numerosi marchi presenti sul mercato europeo.
Il fatto che il pesce non rappresenti il 100% del prodotto non rende i bastoncini automaticamente nocivi, ma è importante che il consumatore ne sia consapevole, soprattutto se li considera come pieno sostituto del pesce fresco o minimamente lavorato.
La panatura e il suo impatto nutrizionale
La panatura dei bastoncini di pesce non è un semplice strato sottile come in molte preparazioni casalinghe, ma un rivestimento formulato per mantenere consistenza e croccantezza dopo congelamento, conservazione e cottura. Comprende in genere farine raffinate, amidi, oli vegetali, agenti lievitanti e sale, con variabili a seconda del produttore.
Questa componente fa sì che, rispetto al merluzzo o al pollock al naturale che forniscono all’incirca 70-90 calorie per 100 grammi e un tenore di grassi molto basso, i bastoncini impanati e prefritti arrivino spesso a circa 180-250 calorie per 100 grammi, con un contenuto di grassi totali che può aggirarsi intorno agli 8-15 grammi per 100 grammi. Una parte di questi grassi è costituita da grassi saturi, la cui quantità dipende in particolare dal tipo di olio o grasso utilizzato nella prefrittura e nella formulazione.
Il contenuto di sodio: un aspetto critico da considerare
Un aspetto rilevante riguarda il contenuto di sale. Molti bastoncini di pesce surgelati contengono quantità di sodio che, su 100 grammi di prodotto, possono contribuire in modo significativo all’apporto giornaliero raccomandato, soprattutto se la porzione consumata è superiore alle porzioni di riferimento indicate in etichetta. Per chi deve controllare l’introito di sodio, come le persone con ipertensione o chi segue un regime povero di sale, è quindi importante leggere con attenzione il valore di sale e sodio riportato in tabella e rapportarlo alla quantità effettivamente consumata.
Le linee guida di salute pubblica in molti Paesi raccomandano di limitare il consumo di alimenti trasformati ad alto contenuto di sale per ridurre il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari, e i prodotti panati e pronti da forno o da frittura, compresi i bastoncini di pesce, rientrano spesso tra le fonti non trascurabili di sodio nella dieta.

Le strategie di marketing che influenzano le nostre scelte
Le tecniche di comunicazione e marketing contribuiscono a rafforzare l’idea di un prodotto più sano di quanto non sia realmente. Vengono messi in primo piano elementi positivi come le proteine del pesce o la presenza di omega-3, mentre il contenuto di sale e la presenza di grassi aggiunti compaiono solo nelle tabelle nutrizionali, che molti consumatori consultano poco.
Le principali strategie utilizzate includono l’enfatizzazione selettiva dei nutrienti positivi, dove proteine e omega-3 vengono evidenziati mentre grassi saturi e sodio restano confinati nelle tabelle nutrizionali. Altro elemento ricorrente è l’utilizzo di claim tecnicamente corretti ma incompleti: espressioni come “leggero” o “fonte di proteine” rispettano la normativa sui claims nutrizionali, ma non restituiscono un quadro completo del profilo nutrizionale. Le immagini evocative di freschezza, con mare, pesci interi e contesti naturali, contribuiscono a una percezione di genuinità che può non corrispondere al grado di trasformazione del prodotto. Infine, le porzioni di riferimento ridotte presentano valori nutrizionali calcolati su quantità relativamente piccole, mentre nella pratica la porzione consumata da un adulto può essere più abbondante.
Come fare scelte consapevoli al supermercato
Non è necessario demonizzare i bastoncini di pesce: restano un alimento a base di proteine di origine ittica, pratico e gradito soprattutto ai bambini e a chi ha poco tempo per cucinare. Allo stesso tempo, non dovrebbero essere considerati intercambiabili con il pesce fresco, surgelato al naturale o poco lavorato, che in genere presenta un contenuto inferiore di sale e grassi aggiunti e un profilo nutrizionale complessivamente più favorevole.
Per un consumo consapevole, al momento dell’acquisto vale la pena verificare alcuni elementi chiave: la percentuale di pesce, preferendo prodotti con una percentuale più elevata, idealmente almeno intorno al 60%, e il tipo di pesce utilizzato, verificando che sia chiaramente dichiarato (merluzzo, pollock, nasello) e privilegiando specie specificate. Anche il contenuto di sale per porzione reale merita attenzione, controllando il valore per la quantità che si intende effettivamente consumare, così come la qualità dei grassi, valutando la presenza di oli tropicali ricchi di grassi saturi. La lista ingredienti completa il quadro: a parità di categoria, meglio preferire formulazioni più semplici e con meno additivi.
Alternative pratiche per variare la dieta
Per chi apprezza la praticità dei prodotti pronti, un’opzione è alternare i bastoncini di pesce con filetti di pesce surgelato non impanato, che possono essere conditi e cotti rapidamente, mantenendo un migliore controllo su sale, grassi e panature. Una panatura casalinga con pane grattugiato, idealmente integrale, e cottura al forno permette di ottenere un piatto simile dal punto di vista gustativo, ma con ingredienti scelti e quantità di sale e olio modulabili.
L’aspetto centrale è non attribuire automaticamente ai bastoncini di pesce le stesse caratteristiche salutistiche del pesce fresco o poco lavorato, ma considerarli per ciò che sono: un alimento trasformato che può trovare spazio in una dieta equilibrata, se consumato con moderazione e inserito in un contesto complessivo di buone abitudini alimentari. La consapevolezza di cosa effettivamente portiamo in tavola rappresenta il primo passo verso scelte alimentari più informate, dove anche i prodotti più processati possono trovare il loro posto, ma con la giusta frequenza e nel contesto appropriato.
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