Controlli subito la tua carne del supermercato: il trucco legale che ti fa pagare fino all’8% in più senza saperlo

Quando acquistiamo carne di vitello confezionata al supermercato, diamo per scontato che il peso indicato sull’etichetta corrisponda esattamente alla quantità di prodotto che porteremo in tavola. Eppure, dietro quella cifra stampata in bella vista sulla vaschetta si nasconde una realtà regolata da norme specifiche e da pratiche tecnologiche di confezionamento che non sempre il consumatore conosce. Il problema riguarda il metodo di pesatura e ciò che effettivamente viene conteggiato quando parliamo di quantità netta.

Cosa include davvero il peso sulla confezione

La normativa europea stabilisce che la quantità netta indicata sulle confezioni di alimenti deve riferirsi al peso del prodotto alimentare vero e proprio, escludendo il peso dell’imballaggio. Questo principio è stabilito dal Regolamento UE 1169/2011, che prevede l’indicazione della quantità netta dell’alimento, distinta dal contenitore.

Per le carni fresche di bovino, compreso il vitello, confezionate in atmosfera modificata, la situazione presenta alcune particolarità. Non c’è un liquido di governo aggiunto come avviene per altri prodotti, ma si forma dell’essudato che proviene dalla carne stessa durante la conservazione. Questo liquido non è considerato imballaggio, ma parte integrante del prodotto al momento della pesata, e quindi rientra legittimamente nella quantità netta indicata.

L’essudato svolge una funzione tecnologica legata al processo di conservazione e maturazione della carne, attraverso fenomeni come la frollatura, la ritenzione e perdita di acqua, e il rilascio di proteine solubili. Gli studi sulla resa delle carni bovine durante la conservazione in atmosfera modificata descrivono il fenomeno di drip loss come fisiologico e inevitabile. Dal punto di vista del consumatore, tuttavia, parte del prezzo pagato corrisponde a questa componente liquida che in genere non viene consumata, con un impatto percepito sul rapporto qualità-prezzo.

Quanto liquido può nascondersi nella confezione

Le percentuali di essudato variano in funzione del taglio, del tipo di confezionamento e della durata di conservazione. La letteratura scientifica riporta perdite per essudazione in carni bovine fresche tipicamente comprese tra l’1 e l’8% del peso, con valori maggiori in condizioni sfavorevoli come tagli molto sottili, lunghi tempi di stoccaggio o temperature non ottimali.

In condizioni usuali di vendita al dettaglio, l’essudato osservabile in vaschetta può aggirarsi su qualche punto percentuale del peso totale. Su una confezione etichettata come 500 grammi, una perdita per essudazione complessiva di circa 25-40 grammi rappresenta un valore realistico, soprattutto su prodotti prossimi alla fine della shelf-life. Il liquido tende ad aumentare visibilmente con il tempo: una confezione appena preparata presenta in genere poco essudato, mentre dopo alcuni giorni di stoccaggio il rilascio di liquidi è maggiore.

Il peso della vaschetta: un’altra variabile da considerare

La normativa prevede esplicitamente che il peso del contenitore sia escluso dalla quantità netta attraverso il processo di taratura. Le vaschette in plastica o polistirolo espanso utilizzate per carni fresche hanno pesi tipici nell’ordine di 10-25 grammi. In condizioni normali, le bilance del punto vendita sono tarate per escludere automaticamente tale peso. Errori di taratura o di procedura possono, in casi isolati, determinare piccole differenze tra peso dichiarato e peso effettivo del contenuto, ma si tratta di eventualità rare grazie alle verifiche periodiche degli strumenti di misura disciplinate dalla normativa metrologica nazionale e dai controlli degli Uffici metrici delle Camere di Commercio.

Come difendersi e fare acquisti consapevoli

Esistono strategie concrete che ogni consumatore può adottare per valutare meglio ciò che acquista. Si tratta di buone pratiche che permettono di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo:

  • Osservare attentamente la confezione: se si nota una quantità visibile e abbondante di liquido sul fondo della vaschetta, è probabile che la carne abbia subito una perdita di peso più marcata durante la conservazione
  • Preferire confezioni più fresche: controllare sempre la data di confezionamento e di scadenza. Un maggior tempo di conservazione si associa generalmente a un aumento dell’essudato nelle carni rosse confezionate in atmosfera modificata
  • Valutare il banco servito: acquistare al banco macelleria permette di vedere il taglio prima del confezionamento ed eventualmente richiedere una pesatura eseguita al momento, consentendo un controllo più diretto sul prodotto
  • Controllare le condizioni di conservazione: le carni fresche dovrebbero essere mantenute a temperature non superiori a +4 °C. Temperature di conservazione non ottimali accelerano i processi di alterazione
  • Considerare il tipo di taglio: tagli molto sottili o con ampia superficie esposta possono rilasciare più essudato rispetto a pezzi più compatti

Cosa dice la normativa e dove può migliorare

L’etichettatura delle carni è disciplinata principalmente dal regolamento europeo sulle informazioni ai consumatori e dal Regolamento di esecuzione UE 1337/2013, che stabilisce l’indicazione obbligatoria del paese di allevamento e macellazione per carni bovine, suine, ovine e caprine fresche, refrigerate o congelate.

Per quanto riguarda i liquidi, la normativa è molto chiara sull’obbligo di indicare il peso sgocciolato per i prodotti conservati in liquidi di copertura come acqua, salamoia o olio, ma non prevede esplicitamente un obbligo analogo per le carni fresche confezionate dove il liquido è essudato naturale e non un liquido di governo aggiunto.

Alcune autorità e associazioni di consumatori in Europa hanno proposto di migliorare la trasparenza prevedendo, per certe categorie di prodotti, l’indicazione separata di peso lordo e peso sgocciolato o di specificare meglio la natura dei liquidi presenti. In Italia, varie associazioni dei consumatori hanno in più occasioni sollecitato maggiore trasparenza sulle rese effettive di alcune categorie di alimenti confezionati, proponendo per le carni soluzioni analoghe a quelle già previste per tonno e conserve vegetali.

L’importanza di segnalare le anomalie

Quando il divario tra peso dichiarato in etichetta e peso effettivo del contenuto supera le tolleranze legali sui preimballaggi, si può configurare una non conformità. Le tolleranze ammesse sono stabilite dalla normativa metrologica sui preimballaggi, che prevede margini di errore massimi consentiti in funzione del peso nominale. Per un preimballaggio da 500 grammi, la tolleranza negativa massima consentita è dell’ordine di alcuni punti percentuali.

Un comportamento prudente per il consumatore consiste nel pesare a casa il contenuto dopo aver eliminato il solo imballaggio, consapevoli che l’essudato naturale fa parte della carne al momento della pesata iniziale. Se la differenza tra peso effettivo e peso dichiarato è marcatamente superiore alle tolleranze ragionevoli, ad esempio ben oltre il 3-4% su 500 grammi valutando più confezioni, è opportuno conservare scontrino e confezione e rivolgersi agli organi di controllo competenti come gli Uffici metrico-legali delle Camere di Commercio o l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

La vigilanza attiva del consumatore e le segnalazioni motivate sono strumenti importanti per mantenere elevato il livello di correttezza nelle pratiche commerciali. La consapevolezza del consumatore, supportata da informazioni chiare e verificate, resta uno dei fattori chiave per spingere il mercato verso standard sempre più trasparenti, garantendo un alto livello di tutela degli interessi in materia di informazioni sugli alimenti.

Quanto essudato trovi di solito nella carne confezionata?
Quasi niente è sempre asciutta
Poco ma visibile sul fondo
Parecchio spesso troppo liquido
Non ci faccio caso
Compro solo al banco

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